Politica

Elezioni, l’assalto dei giornalisti

La politica è una bestia strana. Ci sono le volte in cui vanno di moda i giudici , altre gli attori, ma le elezioni del 2006 saranno ricordate per l’alto numero di giornalisti candidati.

di Ettore Colombo

La politica è una bestia strana. Ci sono le volte in cui vanno di moda i giudici , altre gli attori, ma le elezioni del 2006 saranno ricordate per l?alto numero di giornalisti candidati. Occorre, però, per parlare della fattispecie, fare delle distinzioni. L?ex direttore del Messaggero, Paolo Gambescia, che si candida con il listone in Lazio (ma è in quota Ds), è appena andato in pensione. A Furio Colombo, ex direttore dell?Unità, che già era stato parlamentare ultra-ulivista (e aveva detto «mai più») la scelta dei Ds (Senato in Lombardia) è una promessa mantenuta quando fu semicostretto a lasciare il giornale che aveva rilanciato ma inasprito troppo nei toni. Per la condirettora di Liberazione, Rina Gagliardi, la politica è uno sbocco naturale: il partito, naturalmente, è il Prc (Lazio, al Senato) e nonostante sia una prima volta lei è una ?politica? da sempre. Il vicedirettore del Tg1, Francesco Pionati, tra i notisti politici più detestati dalla sinistra (è lui il più raffinato e perverso realizzatore del celebre ?panino?) si lancia con l?Udc in Campania, per il Senato. Nella direttrice del Secolo d?Italia, Flavia Perina, la ragione è più chiara: militante di destra non pentita, la candidatura in Toscana per An non rappresenta un problema né per lei né per il giornale. Se si eccettuano i casi pietosi (Mino Damato, che una volta faceva il giornalista, dopo essere saltato da un partito all?altro ora è finito con Alternativa sociale?) questi i nomi più in vista. Tranne uno, di cui parliamo con pudore: in Campania, per la Margherita, si candida Antonio Polito, direttore del Riformista (giornale in cui lavoro). Polito si è autosospeso dalla direzione (affidata al condirettore Stefano Cingolani) ma ha inaugurato un ironico diario del candidato nel perfetto stile british (e liberal) che lo contraddistingue (il suo obiettivo è aiutare a far nascere sul serio il partito democratico, in Italia): «Il candidato non politico si riconosce dal cappotto», scrive, «perché se lo porta sempre dietro e dall?essere automunito, a differenza dei politici di professione, dotati di auto blu e autista». L?augurio è che resti un ottimo giornalista e un pessimo politico.


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